Pagine e luoghi: gli ambienti della letteratura decadente
Pubblicato da Alessandra Nardon in Recensioni libri · Domenica 10 Lug 2022
Tags: Gozzano, Felicita, decadentismo, crepuscolari
Tags: Gozzano, Felicita, decadentismo, crepuscolari
Disincantata ma, nello stesso tempo affettuosa, è la descrizione decisamente antidannunziana che Gozzano fa del salotto de L'amica di nonna Speranza: lungo elenco di suppellettili di cui si dà un sommario riscontro con “loreto impagliato e il busto d'Alfieri (…) Venezia ritratta a musaici (…) il gran lampadario vetusto che pende in mezzo al salone (…) le sedie parate a damasco (...)”.
Ancora più esplicito l'intento prosaico nella descrizione di villa Amarena della Signorina Felicita in cui vi sono accenni puntuali alla descrizione delle ville venete del Brenta presenti ne Il Fuoco. Ai frutteti e alle vigne “tra i cavoli argentati, tra i legumi, in mezzo ai pascoli, su i cumuli di concime e di vinaccia(...)” di D'Annunzio si richiamano i porri e l'insalata che dormono “fra mucchi di letame e di vinacce” di Gozzano e le dannunziane “statue superstiti” che s'innalzano “Iddie, Eroi, Ninfe, Stagioni, Ore... amiche del bosso e del mirto sempreverdi” sono sostituite da “Stagioni camuse e senza braccia”.
Così in Gozzano le tematiche quotidiane vissute nella malinconia degli interni stemperano gli aspetti rutilanti del secolo e nell'esserne una copia modesta ne fanno la parodia. Ambienti e personaggi borghesi vengono descritti con toni ironici e auto ironici propri del poeta che adotta strutture stilistiche narrative e colloquiali adatte a rappresentare formalmente un mondo che egli vagheggia e respinge al tempo stesso. Un mondo fatto di “buone cose di pessimo gusto”, appunto.
Quadri diversi, dunque, ambienti se non opposti che sottintendono però un diverso stile di vita. Queste pagine di letteratura ci lasciano tutto questo, la possibilità cioè non solo di immaginare ma anche di raccogliere testimonianze dal passato per poter ricostruire nella nostra mente quei frammenti di vita e quegli atteggiamenti che si sono persi e altri che hanno resistito e sono giunti fino a noi.
Se l'atmosfera più dimessa e intima della poesia crepuscolare ci è forse più facile da comprendere non possiamo allo stesso tempo non dare credito e sostanza all'ampollosità delle ambientazioni estetizzanti e spesso artificiali della borghesia di altro livello anche se vien da pensare quanto fosse difficile sostenere a lungo e in ogni momento della giornata il ruolo di un attore sul palcoscenico sia pur esso il palcoscenico della nostra vita. Ma questa è un'altra considerazione che pur risultando sempre attuale rischia di inaridirsi in vuota lamentazione.